Prima del D. Lgs 102/2014  la ripartizione delle spese di riscaldamento veniva effettuata in modo qualitativo, sulla base di criteri approssimativi, come ad esempio i millesimi di proprietà o il volume dell’unità immobiliare, che non tengono assolutamente in considerazione dei reali consumi da parte degli utenti.

Oggi, la norma tecnica italiana di riferimento per la ripartizione delle spese di riscaldamento è la UNI 10200, nella quale viene descritta una metodologia di ripartizione delle spese di riscaldamento in funzione dei consumi di calore effettivi (quota variabile) e del fabbisogno termico dell’unità immobiliare (quota fissa).

La norma UNI 10200 prevede l’individuazione di 2 quote da ripartire: la quota fissa e la quota variabile:

  • Quota fissa: è quella parte di consumo involontariache riguarda le perdite di distribuzione dell’impianto, le spese di manutenzione ordinaria e di gestione del servizio di lettura che vengono ripartite sulla base delle “nuove tabelle millesimali” calcolate seconda la UNI 10200:2015
  • Quota variabile:è quella parte di consumo volontaria dipendente quindi dalla volontà del singolo condomino che sceglie di accendere il riscaldamento e di regolare la temperatura desiderata attraverso le teste termostatiche. Il consumo di calore viene rilevato da apposite apparecchiature (contatori di calore diretti oppure ripartitori di calore).

 

Le nuove tabelle millesimali vengono determinate dal progettista a seguito di una diagnosi energetica effettuata con un sopralluogo dell’edificio, della centrale termica e degli appartamenti. Il sopralluogo è finalizzato a valutare le caratteristiche termofisiche dell’involucro e le prestazioni dei sistemi di generazione, distribuzione ed emissione del calore. Il calcolo segue la stessa normativa tecnica della certificazione energetica degli edifici (UNI TS 11300).

Pertanto, con l’introduzione delle nuove tabelle millesimali una percentuale del consumo totale (quota fissa) viene ripartito in base al fabbisogno termico di ogni unità immobiliare, quindi prevalentemente in base alle caratteristiche di efficienza dell’involucro esterno (e quindi delle dispersioni termiche) e dell’esposizione dei vari immobili.

Con questo metodo di ripartizione del consumo, l’utente che tiene per tutto l’Inverno il riscaldamento spento  pagherà solo la quota fissa.

Chi si dovesse essere distaccato dall’impianto centralizzato dovrà comunque pagare le spese involontarie (quota fissa)  secondo la nuova tabella millesimale del riscaldamento.

Il progetto secondo la norma UNI 10200 deve essere sviluppato da Professionista abilitato che riceve l’incarico dal condominio.

In presenza di determinate condizioni, rilevate durante la diagnosi energetica, è possibile derogare al metodo della ripartizione delle spese di riscaldamento secondo la norma UNI 10200.

In particolare, nel caso in cui siano comprovate con una relazione asseverata differenze di fabbisogno termico per metro quadrato tra le unità immobiliari superiori al 50%, il condominio in sede assembleare può derogare dall’obbligo di ripartizione secondo la norma UNI 10200 e procedere alla ripartizione delle spese secondo percentuali fisse: almeno il 70% per il consumo volontario e la rimanenza come quota fissa.

In altri termini, l’assemblea di condominio è libera di non redigere le nuove tabelle millesimali per il riscaldamento se viene approvata una relazione tecnica, nella quale si assevera che tra almeno due appartamenti del condominio esistono differenze di fabbisogno termico per metro quadrato maggiori del 50%. Questo può accadere ad esempio se i due appartamenti hanno bisogno di quantità molto differenti di calore per essere riscaldati, come può succedere per un appartamento localizzato ad un piano intermedio esposto a sud ed un appartamento all’ultimo piano esposto a nord.

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